La capacità di memorizzare e di ripetere non avviene solo in campo scolastico, ma anche in campo musicale, dove bisogna ricordarsi passaggi o anche interi brani. Ciò è comune per la maggior parte delle persone che praticano questa disciplina per studio o per passione ma, volendo, tutti riusciamo a farlo senza dover compiere un grande sforzo.

La nostra memoria ci supporta, infatti, anche in tutto ciò che riguarda la musica, come quando ci vengono alla mente facilmente le nostre canzoni preferite o un motivo orecchiabile. Anche un numero di telefono è più facile ricordarlo se lo dividi a gruppi e gli dai una sua melodia; e che disastro se te lo dicono con un altro ritmo, vero?

Ma tutto ciò fa parte dell’ordinario 🙂

Parlando invece di straordinarietà e di musica ci viene in mente un episodio della gioventù di Mozart. Si racconta, infatti, che nel lontano 1770 il quattordicenne Wolfgang e suo padre Leopold erano a Roma, dove assistettero ad un concerto in Vaticano in cui veniva eseguito il famoso “Miserere” a nove voci di Gregorio Allegri. Scritto nel 1638, era un brano di notevole difficoltà, tenuto in gran segreto dai musicisti della Cappella Sistina, pena la scomunica. Non era quindi qualcosa che si poteva ritrovare stampato in un qualsiasi negozio di musica ed il suo fascino, oltre che per l’oggettiva bellezza, era anche in quel suo celarsi al mondo.

Tuttavia il giovane Mozart non ebbe difficoltà a superare questo ostacolo: detto fatto, al suo rientro in albergo, il ragazzo si mise a trascrivere quel brano passo dopo passo, finché non ne mise nero su bianco ogni battuta, ogni passaggio, ogni cadenza ed ogni singola nota con sorprendente precisione.

Prodigio? Miracolo? E se ti dicessi che questo invece può accadere anche a te?

Iniziamo a chiederci che tipo di cervello bisogna avere per essere in grado di compiere azioni del genere.

Mozart era Mozart, ma sappiamo che molti musicisti sviluppano una memoria particolare. Il nostro cervello è infatti in grado si attivare diversi tipi di memoria ed ognuno di questi risiede in una zona precisa che si attiva all’occorrenza, fornendo tutte le informazioni necessarie.

I due tipi di memoria: a breve e a lungo termine.

Quando si compie un’attività qualsiasi, entrambi i tipi di memoria sono interessati: la prima, che risiede nell’ippocampo e nel lobo frontale anteriore sinistro, organizza le conoscenze e le abilità acquisite nell’infanzia o nel corso degli studi e le trasmette all’area delle abilità tecniche che coinvolgono il sistema motorio ed il cervelletto. Poi, nel momento dell’azione, tutto si sposta nell’area della memoria recente (sita nella corteccia frontale esterna), così che si possa fare qualcosa e ricordare di averla fatto.

Ma nel campo della musica intervengono anche altri tipi di memoria, come la memoria tattile, che permette ad un esecutore di disporre le dita nei giusti modi, di ricordarsi le posizioni esatte per taluni passaggi e la loro esatta sequenza. Fondamentali sono anche la memoria uditiva per quanto concerne la melodia, quella visiva per ricordare lo spartito, quella semantica per l’armonia, e nel caso della musica cantata, anche la memoria verbale e quella emotiva per ricordare le parole ed il loro significato.

Tutti questi tipi di memoria, con le loro relative aree cerebrali, sono coinvolti nell’esecuzione di un brano musicale e tutti i concertisti ne sono provvisti, anche chi non è Mozart. Spesso, e qualsiasi musicista potrà confermarlo, accade che la memoria vada avanti da sola, ed ecco che le mani seguono automaticamente un loro percorso, come se una parte della memoria risiedesse al loro interno, così che esse sanno da sole che strada prendere e come muoversi.

Si tratta di adattamenti e abilità speciali che la nostra mente è in grado di “attivare” se si verificano determinate condizioni, ovvero come in questo caso se ci si dedica allo studio di uno strumento musicale. Non c’è da stupirsi dato che tutto il nostro corpo, il cervello in primis, è programmato allo stesso modo, a rispondere cioè agli stimoli esterni modificandosi per raggiungere migliori performance.

Si tratta quindi di capacità “ordinariamente straordinarie”, alla portata di chiunque abbia voglia di mettersi un pochino alla prova. Un tipo di abilità di cui leggerai spesso su questo blog e con cui speriamo vorrai cimentarti e metterti in gioco sperimentandole su di te, conscio che la tua mente è in grado di fare ben più di ciò che fa ogni giorno. Vuoi degli esempi? Iscriviti al corso gratuito "Pillole di Memoria"

Stefano Di Benedetto, assieme ad un affiatato team di collaboratori e consulenti, da oltre 32 anni lavora con entusiasmo ad un impegno ben preciso: trasformare sempre gli obiettivi dei clienti in risultati concreti!