I primi anni dell’adolescenza sono in genere molto tumultuosi emotivamente. Questo impeto può inficiare il percorso di formazione di un ragazzo. Le criticità in questa fase, infatti, sono due: l’umore e la disciplina. Ovviamente un ruolo importante è giocato anche dalla memoria, che va allenata, magari con i numerosi giochi e tecniche Memosystem.

E’ molto probabile che dietro un ragazzo che non studia ci sia uno spirito sofferente. Il consiglio principale per qualsiasi genitore che abbia a cuore la carriera scolastica del figlio è il seguente: stargli vicino.

Probabilmente non serviranno parole, ma semplice vicinanza fisica. I bisogni emotivi del ragazzo, in genere, si esauriscono tutti nel bisogno di affetto e di comprensione.

Comprensione però, vuol dire anche accettazione dei suoi ritmi. Bisogna assecondarlo: probabilmente le sue richieste, quasi mai espresse esplicitamente, avranno come oggetto il luogo di studio e gli orari.

A tal proposito va detta una cosa: qualsiasi orario di studio va bene, a patto che sia routinizzato. Studiare è un’attività e come tutte le attività viene svolta efficacemente se si trasforma in abitudine. Dunque, fate decidere al ragazzo un orario di studio e spingetelo a rispettare lo stesso ritmo, giorno per giorno.

Per quanto riguarda il luogo di studio, “sopportate”. E’ molto probabile che un ragazzo scelga un posto che lo metta a suo agio emotivamente, piuttosto che un luogo che sia oggettivamente confortevole. Sicché potrebbe rifiutare la comoda scrivania dello studio o del soggiorno, e mettersi in cucina, magari per stare vicino alle persone.

Insistete nell’attività di ripasso. Questo è un punto importante: la quantità di nozioni che il ragazzo deve assimilare è, rispetto a quando frequentava le elementari, parecchio più rilevante. La memoria va allenata, certo ma è anche importante un’attività di classificazione e definizione. Le “cose” vanno definite, gerarchizzate, raggruppate: solo così la memorizzazione acquisirà senso e si distaccherà dal semplice lavoro mnemonico.

Fate valere la regola del “prima il dovere e poi il piacere”. Essa non va applicata solo in situazioni classiche come quelle del tipo -studio vs. Playstation-, ma anche durante lo studio vero e proprio. E’ utile, dunque, spingere il ragazzo a iniziare con gli esercizi più difficili: sviluppa la disciplina e stimola un ritmo “sano” dell’apprendimento.

Stefano Di Benedetto, assieme ad un affiatato team di collaboratori e consulenti, da oltre 32 anni lavora con entusiasmo ad un impegno ben preciso: trasformare sempre gli obiettivi dei clienti in risultati concreti!