studiare

Buongiorno o buonasera, scegli tu.

Sono tornato su queste pagine dopo il grido di dolore di una studentessa di nome Rita (e che noi, per comodità, chiameremo Rita.) che ha i suoi bei problemi con lo studio. Visto che il mese di ottobre pare esser stato un bel po' pieno di casi simili, ho deciso di scrivere un articolo in merito. E che Socrate ce la mandi buona...

Ecco Rita:

Salve, sono una studentessa di 16 anni al liceo classico, a scuola ho sempre avuto ottimi voti, sono sempre stata sul “podio” dei più bravi della classe, forse per il mio alto senso di responsabilità nei miei confronti e quelli dei miei genitori, forse per il mio carattere competitivo fin da quando ero bambina..da un po’ di tempo però ho perso quella carica iniziale e la mia voglia di studiare sta man mano diminuendo sempre più, non riesco a concentrarmi come si deve, se penso alla marea di compiti da svolgere ogni giorno mi viene da urlare e per ogni minima difficoltà mi butto giù.. A volte mollo tutto e passo il mio tempo diversamente, pensando che non mi importi più nulla dello studio ne’ del mio futuro in campo universitario, ma ogni singola volta finisco per pentirmi del mio atteggiamento e piangere.. Volevo sapere se qualcuno per caso può capire cosa si sente in queste situazioni ed avere una soluzione per trovare quella carica iniziale che ho perso da un po’..
p.s. Mi scuso per il lungo commento, forse più che una richiesta è sembrato uno sfogo esasperato..ahahah Attendo risposta grazie in anticipo:)

Ciao Rita,

complimenti per come hai avviato la tua carriera scolastica: non è da tutti esser stata sempre sul "podio" dei primi della classe. Brava!

Leggendo il tuo "sfogo" mi è subito venuto in mente un bellissimo libro sullo sviluppo personale, uscito qualche anno fa, che si chiama "Ciò che ti ha portato qui non ti farà andare avanti".

Sembra una fantastica cazz...ehm cavolata, ma ti fidi se ti dico che ha il suo senso? 🙂

Te la faccio breve: il concetto chiave del libro è che a volte è proprio l'atteggiamento che ti ha aiutato ad arrivare dove sei arrivata che, in un diverso momento, ed in una diversa situazione, può costituire il blocco che non ti permette di andare avanti e proseguire nella tua strada.

Pensa, uno degli esempi che fa il libro è "il bisogno di vincere a tutti i costi".  Non è che ti ricorda qualcuno? 😉

Ora, l'atteggiamento che hai avuto fin da piccola, ossia quello di essere una sempre sul podio, fra i più bravi della classi, con un alto senso di responsabilità nei confronti tuoi e dei tuoi genitori, e con un carattere competitivo, può rappresentare - ad oggi - proprio il blocco in questione?

Quello che ti fa tirare i remi in barca?

Quello che "visto che non riesco ad essere come ero, allora... andate a quel paese tutti!!!" 🙂

Riflettici e nota se può essere così, nel tuo caso.

Stai attraversando un'età che solitamente è di cambiamenti e, guarda caso, quello che prima ti stimolava (essere competitiva) oggi ti fa venire voglia di urlare ad ogni minima difficoltà.

Immagino che le difficoltà ci fossero anche prima, perché, altrimenti, che "competitiva" saresti stata?

Se non avessi mai incontrato una difficoltà, se non ci fosse mai stata "gara", allora... ti piace vincere facile? Possi possi popopò... 🙂

A volte le cose sembrano complicatissime.

Molto più complicate di quello che sono in realtà.

E sai perché?

Perché siamo di fronte ad un passo da compiere e l'unica cosa che ci manca è il coraggio.

Il coraggio di scegliere quello che è il meglio per noi.

Il coraggio di camminare pensando a ciò vogliamo ottenere.

Tu che cosa vuoi ottenere, per te?

Ricorda un momento della tua vita di studente in cui avevi ottimi voti ed andava tutto come volevi e nota:

  • Che facevi di utile quando incontravi una difficoltà?
  • Che ti dicevi?
  • Come ti comportavi?

Da quello che hai scritto non mi sembra proprio che tu sia una persona a cui non importa più del futuro o della carriera universitaria, solo che... mi sembra ci sia una discrepanza fra la Rita di "oggi" e quella che tu sei abituata ad essere.

Ovviamente tu sei sempre "tu", ma è cambiato il tuo "funzionamento". Perdonami il termine un po' strano ma spero che renda l'idea.

Attenzione che adesso arriva la domanda spiazzante:

A cosa ti è utile passare il tempo pensando che non ti importi più nulla dello studio né del tuo futuro?

Pensaci bene, e poi datti una risposta.

Risposta che non può essere "non mi serve a nulla", perché se metti in atto un comportamento, lo fai perché ad un qualche livello ne trai una utilità. Ad un qualche livello, risolve un tuo bisogno. Tutto sta a capire quale, e ad avere il coraggio di dirselo in faccia... 😉

La vita è fatta di cambiamenti e guai se non si cambiasse mai.

Ma guai anche a non accorgersi dei cambiamenti che avvengono, perché altrimenti non si possono attuare i necessari cambiamenti per riportarti sulla strada giusta per te.

  • Cosa ti dice il tuo "alto senso di responsabilità" quando molli tutto e passo il tempo diversamente?
  • Cosa ti dice il tuo carattere competitivo, quando ad ogni minima difficoltà ti butti giù?

Perché, vedi, va benissimo sapere come eravamo ieri.

Ma è anche importante sapere qual è il tuo nuovo punto di partenza oggi.

Altrimenti, se non sai dove sei in questo momento, come puoi capire come andare avanti per costruire il tuo domani? 🙂

Quindi ecco i due pandaconsigli:

  1. Prenditi un momento per te, per notare se "responsabilità verso di te e i genitori" e "carattere competitivo" sono ancora con te, in questo nuovo viaggio, oppure no. Se ci sono, se ti senti ancora responsabile e competitiva, allora cosa può aiutarti a richiamare quelle sensazioni in tuo soccorso, quando le cose si fanno difficili? Se invece non ci fossero più, allora... che altro c'è al loro? Quali altre capacità o caratteristiche ti riconosci, che possono esserti utili?
  2. Per recuperare quella carica iniziale di cui hai parlato, che ne pensi di fare quell'esercizietto che è ben descritto nell'articolo che hai commentato https://memosystem.it/ritrova-la-motivazione-studiare/ e che, ci scommetto l'orecchio sinistro, non hai fatto?  Nota che ho detto FARE e non "provare a fare"... 😉

Come diceva Jigsaw, Rita è arrivato il tuo momento. Ogni giorno della tua vita, sino ad oggi, hai ottenuto ottimi voti. Il tuo obiettivo finora è stato essere responsabile nei confronti dei tuoi genitori e competitiva con gli altri . Adesso forse dovrai scoprire qualcosa di nuovo. Le vie di fuga esistono e sono nascoste intorno a te. Io te ne ho appena indicato una. Segui attentamente quello che dico, e rispetta le regole.

Fare o non fare, a te la scelta.

Comincia il Gioco!

Panda

Stefano Di Benedetto, assieme ad un affiatato team di collaboratori e consulenti, da oltre 32 anni lavora con entusiasmo ad un impegno ben preciso: trasformare sempre gli obiettivi dei clienti in risultati concreti!