Musica per migliorare la concentrazione: funziona davvero?

Studiare con i Dire Straits in sottofondo ti fa concentrare che è una favola? O forse sono meglio i Queen con il grande Freddy Mercury? Mai provato con Mozart? 🙂

L’unica cosa certa è che molte persone se spengono la musica non riescono a studiare! E a pensarci bene, lo studio non è la sola attività, ma può succedere anche mentre si guida o perfino mentre si legge. Per molte persone infatti ascoltare la musica mentre fanno qualcosa è un must, gli consente di migliorare molto la concentrazione.

Perché?

In realtà, se ci pensi bene, non ha molto senso. Perché avere due cose su cui concentrarsi dovrebbe renderti più attento? Ma è per tutti così? Ovviamente no, infatti ci sono alcune persone per cui invece ci vuole il silenzio tombale! 🙂

In effetti non è chiaro il motivo generale per il quale al cervello piaccia così tanto la musica, ma l’evidenza dei fatti dimostra chiaramente che è così. Per capire meglio questo fenomeno, però, è interessante sapere che in realtà c’è uno specifico spettro di proprietà musicali che il cervello preferisce più di altre. Alcuni esperimenti, infatti, dimostrano che una buona musica dovrebbe avere un ritmo mediamente sincopato al fine di ottenere dagli individui espliciti segnali di piacere come la danza per esempio. In pratica, una musica, per essere ottima per concentrarsi, deve essere giusto un minimo insolita ed eccentrica, quasi da venir voglia di ballarla.

Due sistemi di attenzione

Eppure, ancora non è chiaro perché mai la musica dovrebbe migliorare la concentrazione.

Diciamo che in parte dipende dal modo in cui focalizziamo la nostra attenzione sui compiti che svolgiamo. Nonostante le sue fantastiche capacità, infatti, il cervello non si è evoluto poi così tanto, e si vede: le informazioni astratte sono difficili da comprendere ed è impossibile concentrarsi per periodi di tempo prolungati sulla stessa cosa. Questo accade perché siamo dotati di due sistemi di attenzione: il primo, chiamato dorsale, che agisce a livello conscio e ci permette di dirigere la nostra attenzione alle cose sulle quali sappiamo di doverci concentrare, e il secondo, chiamato ventrale, che agisce a livello inconscio e funziona come un radar in grado di captare in ogni momento qualsiasi stimolo avvertito dai nostri sensi e che il nostro cervello ritiene significativo.

Senza volerti annoiare con spiegazioni accademiche vado al dunque: quest'ultimo sistema di attenzione è più semplice, più sostanziale e collegato ai processi emotivi, piuttosto che a complessi ragionamenti. Ed è anche più veloce: ti è mai capitato di sentire un rumore in casa mentre eri solo?

E non ti sembra strano che tu vi presti attenzione ancor prima di aver capito cosa potrebbe essere stato? Certo. Ci hai pensato tante volte.

Hai mai provato a lavorare in uno spazio condiviso su un progetto molto importante e sembrare di impazzire per il suono continuo dell’orologio, del cantiere in lontananza o del collega che deve il caffè? Rumori innocui improvvisamente diventano insopportabili quando stai cercando di lavorare su qualcosa che al tuo cervello proprio non piace.

Il problema è che mentre il nostro sistema di attenzione dorsale è focalizzato sulla task che si sta eseguendo, quel radar che è il sistema di attenzione ventrale non si ferma mai, ma è sempre in funzione e in continua scansione di qualsiasi cosa importante possa essere percepita dai nostri sensi. E sai cosa succede quando stai facendo qualcosa di monotono e poco piacevole, ma su cui devi forzatamente dirigere la tua attenzione? Succede che il sistema ventrale di attenzione diventa addirittura più potente, il che significa che un’ipotetica distrazione non deve nemmeno essere tanto forte per stimolare i sensi e deviare l’attenzione.

Quindi per evitare di rimanere fregati, dobbiamo trovare noi un sistema per fregare questo sistema ventrale di attenzione! 🙂

La musica è uno strumento molto utile in queste situazioni, perché ti fornisce un rumore non invasivo e sensazioni piacevoli per neutralizzare efficacemente il sistema di attenzione ventrale. Un po’ come quando dai un giocattolo nuovo a un bambino intanto che cerchi di dedicarti alle tue faccende, così che non ti disturbi.

Tipi di musica

La cosa interessante emersa dagli esperimenti è che non vi è alcuna incidenza sulle prestazioni se la musica che viene ascoltata durante l’attività è riconosciuta come piacevole o meno da chi la esegue. Tuttavia, è stato dimostrato che esiste una situazione di conflitto in alcuni casi, per esempio quando si legge un libro e si ascoltano canzoni (quindi musica con parole) nella stessa lingua.

Quindi per noi italiani vietato studiare con Radio Italia in sottofondo! 🙂

Effettivamente, vedere qualcuno che ascolta musica classica mentre lavora, non ci sembra poi così strano, mentre vedere qualcuno che ascolta metal, se non altro ci lascia sorpresi. Ma c’è un tipo di musica che molti ritengono sorprendentemente efficace: le musiche dei videogiochi. Il che ha senso, se pensi che lo scopo di questo tipo di musica è creare un ambiente avvolgente e facilitare l’esecuzione di un compito che richiede attenzione, ma senza costituire distrazione per il giocatore.

Tra l’altro i limiti della tecnologia usata per i videogiochi negli anni ’90 significarono anche delle musiche piuttosto minimali e con suoni semplici. Si pensi alle classiche musichette di Tetris e Super Mario.

Oggi i titoli videoludici più famosi hanno intere orchestre a disposizione per creare vere e proprie colonne sonore, ma ancora mantengono quel delicato equilibrio tra stimolazione e mantenimento della concentrazione.

La musica ti aiuta a concentrarti meglio?

Come vedi, molto dipende da ciò che fai e con quale musica lo fai. Nel tuo caso, ascolti musica mentre lavori? Di che genere? Racconta un po' della tua esperienza in un commento.

Stefano Di Benedetto, assieme ad un affiatato team di collaboratori e consulenti, da oltre 32 anni lavora con entusiasmo ad un impegno ben preciso: trasformare sempre gli obiettivi dei clienti in risultati concreti!