Hello Memosystiani.
Inizio salutando, insieme a voi, questo nuovo gennaio ed augurandovi che questo 2012 sia il miglior anno che abbiate visto finora. Detto questo, partiamo subito a razzo con il motivo per cui sono qui.
Poco prima di Natale, un lettore del vostro sito di tecniche di studio preferito, ha commentato il mio articolo su come trovare la voglia di studiare chiedendomi aiuto per risolvere una sua problematica.
Sono sicuro che le domande che si pone il nostro amico, in un modo o nell'altro, se le sono poste anche parecchi di voi, quindi ecco il motivo per cui ne ho fatto un articolo. Ma non perdiamoci in chiacchiere.
Ladies and gentlemen, ecco a voi Alessandro:
Buona sera Panda…
Mi chiamo Alessandro ed ho 15 anni.. Frequento le scuole superiori con indirizzo informatico però… Non so, c’è un qualcosa che mi blocca.. Io sono un ragazzo vanitoso, e mi ritengo uno dei migliori.. Forse è questo che mi frega! Ho una cultura più alta della media e amo sapere cose nuove ma ad una condizione:
riutilizzarle in futuro..
A volte perdo la voglia di studiare perché so che non servirà a nulla nella mia vita.. Anche se non posso saperlo ma mi autoconvinco di saperlo, capito? Mi sento ignorante a volte.. E soprattutto scemo, perché tutti dicono (io in primis) che ho un potenziale pauroso! Ma sapendo di essere intelligente, dico:” tanto lo leggo in 5 secondi e so tutto” e alla fine non leggo e prendo un voto che mi fa vergognare di me.. Così ho perso la voglia.. Ora dovrei studiare informatica per un’interrogazione, matematica per uno scritto e fare un analisi di italiano sulla manovra finanziaria.. Ma proprio non so da dove iniziare! Matematica è una lacuna per me, risolvo calcoli mentali in brevissimo tempo ma facendo cose che, come già detto prima, sembrano inutili alla mia mente, perdo la voglia. Non ho un metodo di studio, se mi interessa qualcosa la leggo una volta e so tutto per davvero però se non mi interessa non ho proprio voglia di provarci e non so da dove partire.
How can i do?
Ciao Alessandro
Eccomi qui!
Ti scrivo dal mio laboratorio segreto, sul Monte Fato, dove sono impegnato, come ti ha preannunciato Stefano, a gettare le basi per la nascita di alcuni prodotti utili a creare dei supermegapandastudenti. Ho deciso di dedicare la mia vita (e quella del mio commercialista) a creare dei "superuomini" mentali, in grado di sbaragliare qualunque insegnante di qualsivoglia materia e non mi fermerò sino a quando non usciranno almeno 100.000 tesi di laurea dedicate "Al Panda". 🙂
Veniamo a noi.
Trovo molto interessante quello che scrivi, quindi ho deciso di dedicare un po' del mio tempo a rispondere alla tua richiesta.
Ad averne di quindicenni che parlano come te, e che sono consci di dove si trovano, a livello di preparazione, e di qual potrebbe essere l'intoppo nel meccanismo.
Conosco persone che non arrivano al tuo metro di giudizio nemmeno a 60 anni compiuti... quindi tanto di cappello.
Proviamo ad analizzare insieme la questione, vuoi?
Intanto ti voglio dire che capisco perfettamente come ti senti, e che mi è già capitato di incontrare studenti con una situazione simile alla tua.
Quindi rasserenati: hai tutte le carte in regola per risolvere la situazione, sono sicuro che lo farai ed anche molto velocemente.
Perché?
Perché hai una cultura più alta della media, e perché ami sapere cose nuove, ma a condizione di riutilizzarle in futuro... Ti riconosci in questa descrizione?
Come tu stesso hai già intuito, non puoi effettivamente sapere se una cosa ti servirà in futuro oppure no. E' semplicemente una tua convinzione momentanea, quella di pensare che ciò che tu stai tentando di studiare sia inutile.
E' anche una convinzione errata?
Non lo so. Dipende da te. Ad esempio, potrei chiederti "non ti servirà A COSA, specificatamente, in futuro?"
Sembra una domanda senza senso, ma ti assicuro che non lo è. E' solo che è una di quelle domande che, tendenzialmente, le persone non si pongono. Riflettici un po'...
Se sai che non ti servirà, vuol dire che hai idee molto, molto, molto chiare sul tuo futuro... (e non il contrario, come erroneamente si potrebbe pensare) oppure che hai la sfera di cristallo...
Hai 15 anni. Sai per certo che cosa farai nei prossimi 100 anni?
Sai che ti servirà "sistemi elettronici" piuttosto che "laboratorio di elettrotecnica industriale", piuttosto che "analisi matematica" piuttosto che "religione varia ed eventuale"?
Sai per certo che ti serivirà più "informatica" o più "storia"?
La verità, come sei sicuramente arrivato a considerare tu stesso, è che non puoi mettere la mano sul fuoco su ciò che farai nella tua vita, per tutta la sua durata e, per lo stesso motivo, non puoi sapere quale materia ti sarà o meno utile negli anni a venire.
Conosco una persona che alla tua età studiava per diventare ragioniere, poi si è iscritto alla Facoltà di Architettura e, alla fine, ha deciso di aprirsi un ristorante. In Argentina.
Lo sapeva che sarebbe diventato architetto, mentre studiava ragioneria? E mentre discuteva la tesi su "il rapporto aureo fra il naso e l'alluce del piede sinistro, da Leonardo a Renzo Piano" sapeva che poco tempo dopo avrebbe scoperto che la cosa che voleva fare di più al mondo era diventare un mago della cottura del pesce? Tu che dici?
Immagina di giocare ad un videogioco. Un videogioco bellissimo, il più bello mai visto. Un gioco che però non hai mai visto prima, e in cui hai una ed una sola vita da spendere.
Mentre avanzi da un livello al successivo, poi a quello dopo e poi a quello dopo ancora, affrontando tutti i pericoli e le prove che ti si presentano, hai la possibilità di raccogliere infinite armi ed oggetti.
Sai se ti serviranno, in futuro?
No. Ma se ti trovassi, ad un certo punto, davanti al Mostro di turno, mettiamo il Boss di Livello, vorresti essere pronto a tutto o preferiresti perdere tempo a cercare quell'arma che avresti potuto raccogliere 6 schermate prima ma non sapevi se e a cosa sarebbe servita?
Se tu, mettiamo il caso, avessi raccolto solo armi da fuoco e lui fosse invece sensibile solo a quelle da taglio? Lo sai che i Mostri a volte sono strani...
Allo stesso modo, cosa accadrebbe se tu, perdendo la voglia di studiare determinate materie, scoprissi fra un anno o due, che la cosa che desideri fare oltre ogni dire, è proprio una professione attinente ad una di quelle materie che avevi deciso di lasciare indietro?
Quanto tempo dovresti perdere per ritornare sui tuoi passi e recuperare quelle informazioni che, ora, è così semplice poter cogliere e, per te, trattenere senza il minimo sforzo?
Dici che la matematica è per te una lacuna, perché sembra inutile alla tua mente. Vuoi che ti faccia un "Pandatrucco" e ti sveli l'arcano sulla matematica? Benissimo.
Serve imparare le cose a memoria? Certo. Ma non sempre.
Serve saper risolvere operazioni complicatissime alla velocità della luce? Boh, forse.
Serve sapere tutto alla perfezione sulla Teoria dei Giochi, sul Caos, sulla serie di Taylor e su quanti cacchio di numeri ci sono, dopo la virgola, nel Pi-greco? Ma un bel chi se ne frega?!?
Sono tutte cose che puoi trovare su un manuale o che puoi risolvere tranquillamente con un computer. Se sai quello che fai e di cosa parli.
Quello che però serve è sicuramente abituarsi alla logica ed al problem solving. Due "cosette" che devono necessariamente far parte della tua vita, se vuoi che sia una vita di successo.
Sapere millemila cose a memoria, ma NON saper applicare nulla praticamente farà di te semplicemente una enciclopedia "umana". Il che potrebbe anche essere interessante. Avere praticità con la logica e con il problem solving invece fa di te una persona che sa destreggiarsi di fronte ai problemi e che sa cosa deve fare, come, quando e magari, in alcuni casi, anche a chi delegare la questione. Ed inoltre, magiamagia, l'essere padrone di tali competenze ti dona l'immensa capacità, in caso non sappia cosa devi fare, di sapere come arrivare a capirlo. Il che, se ci pensi bene, è una meta a cui pochi possono aspirare. Solo i migliori arrivano a questo. Tu hai sicuramente la capacità di arrivare sin qui. Ma ne hai la voglia? La voglia di sfidare te stesso, intendo...
Pensi che Steve Jobs, tanto per citare un genio a caso, sapesse miliardi di cose così, tanto per saperle? Oppure era una di quelle persone che sapeva cosa fare nel momento in cui andava fatto, dotato di una capacità di risolvere problematiche da guinness dei primati? Pensa che il suo livello di problem solving era talmente alto da essere in grado di risolvere problemi di altri, che lui stesso creava. Cosa intendo? Se ci pensi bene, ora moltissime persone ritengono indispensabili cose come l'iPad di cui nessuno prima sentiva l'esigenza (io stesso ne ho due) quindi Jobs ha "risolto un problema addirittura mentre lo stava creando": il massimo!
Guardati intorno. TUTTO intorno a te riconduce alla matematica, se la guardi al di fuori dello schema "ma 9 per 9 farà 81?". Prova a dire ad un giocatore di poker che non sai a cosa serve la matematica, e vediamo se ti rivolgerà ancora la parola... prova anche solo ad immaginare l'esistenza, senza la matematica, di un qualunque oggetto, dalla playstation al cellulare, passando per il lettore mp3 o per la cottura dei cibi, e vedresti un mondo molto, molto, molto diverso.
Ti do un consiglio per rivalutare questa materia tanto bistrattata e, spesso, sottovalutata: procurati gli episodi della serie televisiva "Numb3rs". Tutto quel che vedrai è molto, molto, molto più reale di quello che si crede... Se invece preferisci la cultura letteraria, puoi acquistare lo splendido "Il Teorema del Pappagallo", di Denis Guedj o, se preferisci qualcosa di più manualistico, l'ottimo "Anche tu matematico" dell'ingegner Roberto Vacca. Meritano entrambi.
Dici che non hai un metodo di studio. Sei sicuro? A me sembra invece che tu ne abbia uno ed anche fantastico. Hai scritto che se ti interessa qualcosa la leggi una volta e la sai. E ti pare poco? Ci sono altri studenti che sacrificherebbero il compagno di banco al demone Astaroth per avere in cambio quello che tu hai naturalmente: la capacità di passare un tempo minimo sui libri, ma ritenendo una quantità enorme di informazioni. Fantastico.
Diciamo che la supercar per arrivare al traguardo ce l'hai. Ti manca solo la chiave di accensione. E sono sicuro che potrai trovarla mettendo in pratica l'esercizio che hai letto nel mio articolo Sono certo che lo hai letto, visto che hai lanciato la tua richiesta di aiuto proprio commentandolo ma, allo stesso modo, sono certo che NON hai fatto (e rifatto) l'esercizio che ho raccomandato. Come lo so? Perchè tu sei uno che "legge una volta le cose, e le impara", e quindi sono sicuro che ti sei accontentato di sapere "come si fa", invece di imparare a "saperlo fare". E, fidati, c'è una bella differenza... non so se hai mai praticato arti marziali, ma ti assicuro che fra il "sapere" come si tira un butterfly kick ed il "saperlo tirare", in mezzo, ci sono ore ed ore di RIPETIZIONI. Segnati questa parola, perchè è uno dei segreti del Miglioramento, in qualunque forma: la ripetizione del gesto, della tecnica, della prestazione. Senza questa, come già detto, sei solo una enciclopedia e, come tale, sei uguale, in un modo o nell'altro, alle altre enciclopedie del pianeta. E' solo "facendo" che dimostri realmente il valore delle tue conoscenze. Altrimenti ti limiti ad immagazzinare "idee", invece che vero "sapere".
Ora, caro Alessandro, arriviamo alla conclusione. Il "cambiamento" si può gestire in molti modi. Uno dei miei preferiti è la "Serie in 4 passi", e te la presento subito:
- Decidere di cambiare.
- Sapere perché è importante cambiare.
- Essere disposti a fare tutto quello che serve per cambiare.
- Fare tutto quello che serve per cambiare.
La differenza fra il passo 3 ed il 4 sembra sottile, ma in realtà è pari a quella che c'è fra il pensare, fra sé e sé, di essere un genio e l'essere disposto a dimostrarlo, sottoponendosi ai test del Mensa, in tanga zebrato, in diretta nazionale televisiva e mentre tutti ti taggano su facebook...
Il passo 1 lo hai compiuto nel momento in cui hai deciso di scrivermi. Ti aspetto alla fine del passo 4, con l'esercizio che ho citato nel precedente articolo fatto e rifatto, e con il tuo feedback in materia.
Ora saluto te e tutti i lettori di Memosystem, e torno sul Monte Fato.
A presto